sabato 12 maggio 2012

Le fantasie segrete di Roberta.

(in foto: Charlie Cooper, "I Rate A Man By His Cock, Not His Color", XLGirls.com)


Certo la situazione di Fabrizio e Roberta somigliava molto alla nostra. Però bisognava capire prima di tutto il carattere di lei. Per Sabrina era stato semplice, perchè dentro covava le mie stesse fantasie. Ma chi poteva dire cosa c'era dentro Roberta? Era chiaro cosa cercasse Fabrizio, ma non conoscendo Roberta la questione era piuttosto complessa. Ma si sa, tutte le ragazze hanno le loro debolezze e le loro fantasie erotiche nascoste. Bisognava solo tirargliele fuori. Comunque era una bella sfida. Fabrizio decise di presentarcela dopo qualche sera. Ci organizzammo per una serata nell'irish pub che eravamo soliti frequentare io e Sabrina. Quindi alle otto di sera passai a prendere la mia fidanzata al centro commerciale; al negozio mi fece vedere un bellissimo mazzo di fiori, che le aveva consegnato un corriere espresso da parte di un ammiratore. Mi fece leggere il messaggio allegato; capii subito che si trattava del nostro vicino di casa. Diceva: "il mio unico desiderio è quello di riempirti di sborra". Scoppiammo a ridere tutti e due, perchè sapevamo entrambi che quell'uomo non era affatto pericoloso. Era innoquo, e per quanto mi riguarda mi ci affezionai. Sapere che la mia fidanzata aveva un ammiratore segreto mi piaceva e mi riempiva d'orgoglio. E poi sapevamo entrambi che quell'uomo non aveva speranze. Neanche se fosse stato l'ultimo uomo sulla faccia della terra. Però decidemmo tacitamente di stare al suo gioco. Ma ritorniamo ai nostri nuovi amici.
Raggiungemmo l'irish pub, e loro erano già lì. Fabrizio era molto nervoso. Roberta era grossa, sì, ma era bella. Aveva un seno molto abbondante, e morbido, che secondo me non esponeva abbastanza. Avrebbe dovuto farlo, perchè era un dono che la natura le aveva dato, e lei non se ne rendeva conto. Aveva i capelli castani che andavano sul rosso. Il viso tondo e solare, gli occhi molto profondi e limpidi. Indossava un vestito color rosso mattone che le arrivava alle ginocchia. Si vedevano chiaramente i rotoli di ciccia sui fianchi, ma era comunque sexy. Era chiaro che non vivesse abbastanza bene quella sua rotondità, come ci aveva detto anche Fabrizio, ma a noi spettava il compito di farle vivere degnamente la sua sessualità. Il suo fidanzato, per non dirle che ci aveva conosciuto tramite mail, e tramite quel nostro film, disse a Roberta che io ero un suo vecchio amico di scuola. Una balla a fin di bene, vista la complessità di quella situazione. Mi piaceva tanto quando Roberta rideva; il sorriso le si accendeva, e metteva in mostra i suoi bei denti, ben allineati e bianchi. E poi quelle labbra, valorizzate da un rossetto color porpora. Cavolo, promisi a me stesso che dovevo riuscire a tirare la pornodiva che era in lei, ad ogni costo.
"E allora Roberta" dissi, "Fabrizio non mi aveva detto che aveva una ragazza così sexy".
Lei arrossì e abbassò il viso per non guardarmi negli occhi.
"Sexy? Io? Mi sa che hai bisogno di occhiali".
Intanto Fabrizio e Sabrina avevano cominciato a parlare tra di loro, come se volessero lasciarmi il campo libero con Roberta.
"No, dico davvero" continuai. "Sei molto bella. Avrai avuto la fila dietro, a scuola".
"Magari" rispose lei. "Tutti mi chiamavano La Cicciona. Nessuno mi chiamava per nome, a parte qualche amica stretta. Gli altri mi chiamavano in quel modo orrendo".
La lasciai parlare liberamente, della sua musica preferita, dei suoi interessi. Era appassionata di fotografia; ma più che una passione era la sua vita. Sognava di diventare una professionista in quel campo, anche se per il momento non aveva ancora realizzato nulla. Le sarebbe piaciuto lavorare nel mondo della pubblicità, ma anche nel mondo dell'arte. Sognava di realizzare una mostra fotografica tutta sua. Ad un certo punto le chiesi se le andava di fumare una sigaretta. Volevo avere l'occasione di stare da solo con lei, fuori dal locale. Così andammo fuori, lontano da occhi indisceti. Le offrii una delle mie sigarette e la feci accendere. Lei mi guardava in modo strano. In effetti quella scena era un pò ambigua. Davamo l'impressione di due che stavano flirtando, e non sapevo fino a che punto spingermi.
"Lo sai che mi piaci tanto?" le chiesi accarezzandole il viso, ma lei si ritrasse.
"Stefano, sei un bel ragazzo. Davvero. Anche tu mi piaci. Ma io sono fidanzata".
C'avevo il cazzo che mi scoppiava nelle mutande. C'avevo voglia di una scopata insieme a lei che neanche vi immaginate.
"Lasciati andare, Roberta. Ho voglia di te, del tuo corpo. Tu non ti rendi conto di quanto sei bella, hai solo bisogno di qualcuno che te lo faccia capire" avvicinai la bocca alla sua, e lei chiuse gli occhi e si lasciò baciare. La sua lingua incontrò la mia, e sentivo come uno strano disagio in lei. La strinsi tra le mie braccia e le accarezzai il culo con le mani. Glielo strinsi, e a quel punto lei si divincolò e scappò via, ritornando nell'irish pub. Beh, devo dire che come primo approccio non era andato proprio bene. Però, quel suo concedersi, e poi quel ritrarsi mi fece capire che qualcosa per farla aprire sessualmente (scusate il gioco di parole) si poteva fare.

Stefano.

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