mercoledì 11 aprile 2012

Il discorsetto.

(in foto: Sophie Moone, Pix and Video, 21Sextury.com)

Prima di ritornare a casa, accompagnai Sean in albergo, perchè prima di andare a cena voleva fare una doccia. Così lo lasciai nella sua camera e me ne andai. A casa ci trovai Sabrina, a cui avevo dato un mazzo di chiavi con cui poteva entrare quando voleva. D'altronde era una di famiglia. I miei genitori le volevano bene come una figlia. Ebbene, me la trovai nella mia camera, nuda dalla vita in giù, con tre dita nel culo, ma non appena si accorse di me lanciò un urlo e si ricoprì con una coperta.
"Ma cosa stavi facendo?" le chiesi.
"Mi stavo allenando" rispose. "Lui dov'è?".
"Chi?".
"Dai, non fare il cretino. So benissimo che oggi eri al centro commerciale con La Proboscide, e che gli hai detto di venire a fare lo scemo con me".
"Sarà, ma tu ci sei stata. Ti ho vista mentre glielo toccavi".
Sabrina fece scena muta, questa volta avevo ragione io. Comunque le dissi che quella sera saremmo andati a cena con lui, in un ristorante molto speciale. E che quindi avrebbe fatto bene a indossare il vestito più elegante che aveva. Ma ero consapevole di doverle fare un discorsetto importante, perchè bisogna riconoscerlo, eravamo molto inesperti. E in quei giorni mi resi conto che dovevamo porci dei limiti a certe cose. E allora la feci sedere sul letto e io mi ci misi a fianco. Lei capì a modo suo quella situazione e si allentò la coperta intorno alla vita, mostrandomi la vagina.
"Vuoi fare l'amore?" mi domandò con una voce molto calda.
"No, non è questo tesoro" le risposi.
"Stefano, non ne posso più. Da quand'è che non mi scopi più?".
"Aspetta, vorrei parlarti".
"Tu parla pure, che ai miei orgasmi ci penso da sola".
Sabrina allargò le gambe e iniziò a toccarsi le labbra della vagina. Le allargò con il pollice e il medio e con l'indice si stuzzicò il clitoride. Lo stava facendo per farmi un dispetto, ma forse anche per eccitarmi. Non lo aveva mai fatto prima, e mi piaceva tantissimo. Ma dovevo comunque farle quel discorso. Così cominciai. Le dissi che forse dovevamo frenare i nostri impulsi, e che quella sera, per esempio, nell'uscire con La Proboscide, non avremmo dovuto avere troppa fretta di concludere. Nel senso che potevamo goderci l'atmosfera, il corteggiamento, le parole che ci sarebbero state tra di noi.
"Il sesso è fatto anche di questo, amore" le dissi. "Non trovi che sia una cosa triste quando si arriva direttamente al punto? Io credo che nell'amore è importante anche il contesto. Non credi? Smettila di toccarti".
"Con la voglia che c'ho, se non mi tocco, stasera, appena vedo La Proboscide gli salto addosso" Sabrina si era distesa sul letto e ansimava. Osservai a lungo la sua vagina; era molto bagnata e la folta peluria castana si inumidiva a contatto con le dita. Forse aveva ragione; se avesse raggiunto l'orgasmo in quel modo, avremmo vissuto quella serata con più calma e con più lucidità. Intanto mi stava scoppiando il cazzo nei pantaloni, così tirai giù la lampo dei jeans e lo feci uscire fuori. Cominciai a masturbarmi anche io, a poca distanza dalla sua vagina. Lei se ne accorse e mi sorrise.
"Sei proprio un segaiolo" sussurrò, "ma ti amo lo stesso".
Chiaramente raggiunsi l'orgasmo prima io, sborrandole sulla peluria della vagina, mentre lei continuava con una certa ferocia ad assaltare il suo clitoride con colpi decisi delle dita. Poi finalmente toccò a lei raggiungere il piacere. Aveva il fiatone e scoppiò a ridere. Lo faceva ogni volta che raggiungeva un fantastico orgasmo; rideva, ma con poche forze. Era felice. Adesso eravamo pronti. Perchè ero sicuro che era quello che ci voleva, un pò di serenità nell'affrontare quell'incontro. D'altronde com'era avvenuto con Franco? Gradualmente. Prima c'era stato un lungo corteggiamento, e poi, dopo qualche giorno era successo quello che doveva succedere. E infatti fu bellissimo. In queste cose non bisogna avere fretta. Bisogna un pò giocare, gustarsi i piccoli dettagli, i gesti.
Sabrina si rivestì e l'accompagnai a casa, dove passò quasi un'ora tra l'armadio e lo specchio del bagno. Quella sera voleva sembrare una vera topa. Indossò un vestito nero molto corto che le bastava chinarsi un pò perchè gli si scoprisse completamente il culo. Ovviamente aveva indossato il perizoma rosso che le aveva comprato Sean. E vogliamo parlare dello scollo? Gli uomini l'avrebbero mangiata con gli occhi. E aveva messo al petto un collier di diamanti che le avevano regalato al diciottesimo compleanno. Un oggetto molto prezioso, che impreziosiva anche il suo notevole seno. Intorno alla vita, la solita cinta che le aveva regalato Franco, con la scritta "Fuck Me". Infilati i tacchi a spillo, era pronta per andare al nostro appuntamento. Ragazzi, era da erezione.

Stefano.

3 commenti:

  1. purtroppo è stato formattato male e non si legge nulla come altri episodi pubblicati... speriamo che si possa migliorare! sono un vostro fan e mi eccitano troppo i vostri racconti!

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  2. Ciao Vernonblu. Non capisco cosa intendi. Non riesci a leggere il post?

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  3. esatto sono tutti caratteri incomprensibili...ora lo sto incollando con word così lo leggo meglio

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