giovedì 19 aprile 2012

Uno scatto tira l'altro

Il bello di questo gioco era che finalmente Stefano riusciva a mettere da parte la sua innata timidezza e a liberare le sue fantasie molto di più anche di quando mi spingeva tra le braccia di altri uomini e a me permetteva di giocare la parte della ragazzetta stizzosa che non ero mai stata. Quel tira e molla iniziale mi eccitava in modo incredibile anche se entrambi sapevamo bene che alla fine avrei ceduto ad ogni capriccio di quel mio nuovo amante. Non so se riuscite a capire quanto possa essere stimolante per me tradire il mio uomo con l'unico uomo che davvero desidero ovvero lui stesso. Non è semplicemente un gioco di parole e nemmeno una semplice finzione, era sul serio una seconda realtà, cosa che forse dovrebbero provare tutti per capire.
Ma torniamo in quella camera d'albergo.
"Senti caro, tu sarai pure uno scopritore di talenti come dici di essere e io potrei pure accettare di posare nuda per te, del resto non ci sarebbe nulla che tu non abbia già visto e provato l'altra sera quindi se proprio ci tieni io devo essere sicura del dove finiranno queste foto e poi chi lo dice che sia bello solo il corpo femminile da fotografare? Se accetti di concedermi un altro incontro in cui sarai tu il mio modello va bene, altrimenti puoi sempre andare a cercarne un'altra".
Stefano naturalmente mi conosce meglio di chiunque altro e non era difficile per lui prevedere questa mia risposta per cui non fece problemi e mi assicurò che le foto sarebbero andate solo nelle mani giuste. Non avevo bisogno di chiedere di chi fossero quelle mani giuste. Di lui ovviamente potevo fidarmi.
Sapendo anche che avrei accettato non aveva lasciato tutto al caso ed era venuto ben attrezzato, in quello zainetto si nascondevano una serie di cose che avrebbero reso le nostre foto molto più artistiche. Ricorderete che un gioco del genere lo avevamo già fatto a casa di Franco ma questa volta era diverso, prima di tutto perchè era una cosa solo nostra e poi perchè non ci sarebbe stato del sesso in quelle foto ma solo una riscoperta dei nostri corpi, visti attraverso l'occhio dell'obiettivo.
Mentre mi spogliavo completamente come tante volte avevo già fatto davanti a Stefano lui armeggiava con la macchinetta per capirene bene il funzionamento, quelli che dovevano essere semplici scatti di prova si rivelarono poi la sequenza di uno streep in piena regola ad opera di un guardone. Che il mio fidanzato fosse un inguaribile voyeur ormai è cosa nota e fu proprio per questo che riuscì a cogliere in quegli scatti distratti la vera essenza della sensualità di una donna che si spoglia anche quando lo fa in modo semplice e anche se il corpo che stava fotografando lui lo aveva già visto mille volte. Non potei fare a meno di eccitarmi a quel pensiero, stavo per sposare un guardone segaiolo e ricordarmelo mi eccitava sempre.
Quando fui nuda davanti a lui in attesa di istruzioni Stefano impostò la voce recitando una parte molto professionale.
"Molto bene, che tu abbia un bel corpo ormai è scontato ma io non sono un fotografo di serie b, di quelli da calendari per camionisti, quello che faremo stasera sarà un percorso. Ho pensato di rappresentare attraverso il tuo corpo nudo ognuno dei cinque sensi, ti chiedo solo di abbandonarti e concentrarti, sposta l'attenzione sulle mie parole, dimentica quest'aggeggio".
Avevo capito poco e nulla lo ammetto ma vedevo che faceva sul serio e credo avrei accettato qualunque cosa, finalmente avevamo trovato un gioco che funzionava, in cui Stefano era molto preso e di cui non si era stancato subito come era successo finora.
"Inizieremo dalla vista, vai davanti al balcone, dammi le spalle e raccontami cosa vedi". Feci come mi fu detto, non vedevo un gran chè se non il solito traffico cittadino dell'ora di punta ma dietro di me sentivo il rumore degli scatti concentrati sul mio culo credo. Sentirmi spiata mentre spiavo finalmente mi fece capire cosa intendeva Stefano. Le foto erano solo un pretesto. Mi stavo eccitando visibilmente. Stefano mi fece piegare leggermente in avanti e aprire un pò le gambe per cogliere l'evoluzione della mia eccitazione dalla figa intravista da dietro. Poi mi fece coprire dalla tenda per l'effetto vedo-non vedo e là mi accorsi che Stefano non era l'unico in quel momento a spiarmi. Per strada si erano fermati due ragazzi sulla trentina divertiti da quella donna nuda al balcone così generosamente offerta. Lo dissi a Stefano, sorrise. "Bene ora finalmente vedi qualcosa, fa vedere anche a loro mentre io provo ad immortalare la sensazione che può provare una bella donna ad essere ammirata". E così fece. Mi fotografò mentre flirtavo con i giovanotti in strada che se la ridevano tra loro. Quando uno dei due mi fece segno che poteva raggiungermi chiusi la tenda tornando dal mio fotografo-amante-fidanzato. Quella che sembrava pura speculazione filosofica si stava rivelando una serie di fotografie, una più eccitanti dell'altra.
"Il secondo senso che voglio rappresentare è l'olfatto". Questo mi sembrava davvero impossibile. "Tu hai un odore che mi fa girare la testa cara e sono certo non solo a me, ma voglio che tutto questo traspaia dalle foto e per farlo al meglio c'è bisogno di liberarlo". Di nuovo non capivo cosa intendesse. Lo vidi aprire lo zainetto misterioso per tirarne fuori tutto l'occorrente per fare la barba. Mi scappò da ridere finchè non capii le sue intenzioni. In tanti anni di fidanzamento aveva sempre apprezzato il folto pelo scuro che mi ricopriva la vagina ma eravamo in una nuova vita era giusto provare l'effetto della novità. Sapendo che lui apprezzasse il pelo, come del resto io il suo non mi ero mai preoccupata di radermi la figa, lo avevo fatto solo una volta in gioventù per un capriccio nemmeno a dirlo di Giuliano. Mi stavo abituando all'idea di doverlo fare per esigenze di scena quando mi accorsi che non avrei dovuto farlo da sola. "Ci penso io, non preoccuparti". Ero preoccupata invece, ma amavo quell'uomo così pazzamente da affidarmi alle sue cure. Dapprima mi diede una spuntantina con le forbicine, mi massaggiò la figa con l'acqua calda, poi cominciò a spalmarci sopra la schiuma da barba. Sentirmi così maneggiata mi eccitò al punto che temetti di venire già a quelle carezze. A calmarmi fu il brivido freddo della lametta che ripuliva il centro delle mie gambe. Fece un lavoro accurato ai lati lasciando al centro una striscia di pelo ben curata. Quando tutta l'operazione finì cominciarono gli scatti al risultato. Furono quasi tutte foto molto dettagliate, tralasciò il resto del corpo per fotografarmi la passera in diverse angolazioni e aperture. Aveva ragione, l'odore che sprigionava era molto più forte, riempì la stanza un forte odore di figa bagnata. Non so come fece a trattenersi dal leccarla e farmi venire ma ci riuscì e passammo agli scatti successivi.
"Ora passiamo al gusto, di cosa sa la tua figa?"
"Questo dovresti dirmelo tu" risposi dimenticando la parte che dovevamo impersonare.
"E invece sarai tu a dirmelo,anzi a dirlo alla macchinetta fotografica, assaggiala". Non ero certa di aver capito cosa volesse, per non sbagliare mi passai un dito sulle labbra della figa, mi fece cenno di proseguire mentre scattava e così dovetti portare le dita alla bocca. Era la prima volta che lo facevo e credo fosse questo il suo scopo, riuscire a cogliere la mia espressione ad un sapore nuovo. Non posso dire proprio che mi piacque il sapore ma posso dire che mi eccitò anche quello come si vide chiaramente dalle foto. Infatti Stefano insistette "e il culo di cosa sa?" Capii che dovevo fare lo stesso anche dietro e lo feci mentre lui scattava imperterrito, ma non era finita.
"Sai molti in questi casi accompagnano il sapore in modi banali, la solita panna o cioccolata, a noi servono sapori più veri" e così dicendo tirò fuori dallo zainetto un'arancia aperta per metà. "Il limone avrebbe bruciato" disse "questo è molto più dolce". Lasciò colare sul mio corpo il succo del frutto partendo dal seno per fotografare il rivolo che scendeva verso il mio sesso. Non bruciava e l'odore divenne quasi afrodisiaco. Figa all'arancia mi venne da pensare, chissà che non avessi delle fantasie lesbo in quel momento. Non mi diede il tempo di approfondire quel pensiero e mi fece girare. "Apriti le natiche con le mani, mi serve il buco". Quella frase che Sabrina bocca e culo aveva sentito molte volte mi fece un effetto diverso sapendo stavolta che non gli serviva per svuotare le palle. Il succo d'arancia sul buco del culo me lo fece stringere istintivamente e con delle foto ravvicinate Stefano riuscì a cogliere quel forellino che raggrinziva quasi a ritrovare una perduta verginità.
"Sei pronta per l'udito?". Ero pronta a tutto ormai.
Dallo zainetto tirò fuori una benda nera con la quale mi coprì gli occhi. "Ora sei al buio. Da sola, io non ci sono più. Fammi ascoltare le tue sensazioni. Parlami della tua più grande fantasia e mentre ne parli vivila davanti a me". era sempre più difficile capire le sue parole. La mia fantasia la conosceva.
"Avanti su, cosa dicevi l'altra sera a Sean a cena? Che ti sarebbe piaciuto...."
"...giare un film porno! Sono su un set, devo girare una scena con 3 ragazzi molto giovani e arrapati, il regista mi ordina di farmi scopare da tutti e 3, il primo si stende e mi invita a cavalcarlo con la figa"
"Fallo, è sotto di te, fammi vedere". Assunsi la posa, come ste stessi per sedermi su un fallo immaginario, lo afferrai con la mano e mo lo guidai nella figa mentre Stefano da dietro scattava.
"Il secondo sta per entrarti nel culo, aprigli la strada". Lo feci e lui scattò.
"Ne manca uno, lo prendo in bocca". Scattò anche la sequenza di quel pompino immaginario concentrandosi sulla mia lingua e sui movimenti delle mie guance che si stringevano per succhiare.
"Sei stata bravissima, ora vogliono sborrare, prendi la sborra Sabrina dai". Provai a ripetere le espressioni di goduria di quando mi sento colpita in pieno viso da tre cazzoni sborranti. Stefano era soddisfatto.
"Finiamo con il tatto, immagino tu ti sia masturbata tanto in vita tua, concentrati su quelle sensazioni". Svuotò lo zainetto tirando fuori una serie di oggetti tra cui riconobbi il fallo nero che ci aveva regalato Sean. Li sistemò in ordine di grandezza e mi invitò a provarli in sequenza mentre lui fotografava le varie dilatazioni della vagina. Nell'ordine provai un pennarello, una candela e una carota nella figa, poi il collo di una bottiglietta di birra e un deodorante nel culo prima di lasciarmi venire sul fallo gigante che volle fotografare dopo lucido dei miei umori.
Terminammo il set con delle foto tranquille mentre fumavo una sigaretta con le gambe aperte su una poltrona.
"Allora risultato raggiunto? Non dimenticare che domani toccherà a te"
"Credo sia stato un ottimo lavoro, hai dato il meglio di te, sarà contento il tuo fidanzato quando le vedrà".
Sabrina

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