mercoledì 18 aprile 2012

Il gioco continua

Ma torniamo al nostro gioco. Feci passare qualche giorno da quella scopata in auto per tornare all'attacco con il vero Stefano. Una sera eravamo a cena tutti coccole e bacetti e scelsi quel momento per dirgli "Amore ti devo parlare"
"Ma certo tesoro dimmi tutto lo sai che amo ascoltarti"
"Non è una cosa semplice, forse non è il caso di farlo qui, portami a casa dai" ero seria in volto e Stefano iniziò a preoccuparsi, si affrettò a portarmi a casa. Era sconvolto, terrorizzato.
"Avanti se devi lasciarmi dimmelo subito, non è il caso di tirarla a lungo". Che tesoro che era!
"Beh credo che dopo che ti avrò detto quello che ho da dirti sarai tu a voler lasciare me". Stefano non capiva, era sul serio agitato e sudava.
"Ok Stè dai è chiaro ti ho tradito". Non credeva alle sue orecchie...come era potuto succedere? Quando? Dove? Perchè? Che senso aveva se poteva avere tutti gli uomini che voleva e ne aveva già avuti così tanti? Era fuori di sè e nonostante questo anche piuttosto eccitato. Maledisse il suo cazzo che trovava divertente una situazione così drammatica.
"Dimmi che stai scherzando" disse quasi in lacrime e con il cazzo che gli scoppiava nei jeans.
"Non sto scherzando...è capitato, dai Stè sono cose che capitano..." Già cose che capitano...
"Allora dimmi chi è sto stronzo". Mi dispiaceva vederlo iun quello stato ma allo stesso tempo mi divertiva vedere il suo jeans così gonfio.
"Uhm...beh è un ragazzo molto carino e dolce, fisicamente ti somiglia pure..." Stefano iniziò a capire...
"I dettagli voglio i dettagli...mi somoghlia in che senso?"
"Beh Stè dai cosa ti devo dire...mi ha scopata in macchina e schizzava come una fontana"
"Ah si? E mi somigliava pure qua?" disse sbottonando il jeans e mostrandomi gli effetti del mio racconto
"Mmmmm si si mi sembra di si, prova a scapocchiarlo un pò che forse ricordo meglio..." Stefano se lo prese in mano e iniziò la sua attività preferita mentre continuavo a raccontargli quanto quel ragazzo così simile a lui mi aveva fatta godere. Con il cazzo ancora duro e bagnato di sperma mi buttò sul letto, mi abbassò con forza le mutande mi aprì le gambe.
"Sei una grandissima stronza, ci ero cascato, ma ti amo a più non posso" e terminò la frase direttamente tra le labbra della mia vagina pulsante di voglia, finendo per farmi venire mentre mi infilava la lingua nel culo.
Sabrina

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